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Test: la facoltà di Tom W.

pensieri lenti e veloci

Un test ideato dall’autore, Daniel Kahneman, del libro “pensieri lenti e veloci” che evidenzia la facilità con la quale cadiamo in errore anche in compiti abbastanza semplici.

Vediamo di che si tratta.

Tom W. è uno studente di un grande università.

Ora classifica (da 1 a 9 in ordine decrescente di probabilità) i seguenti nove corsi universitari:

  • gestione aziendale
  • informatica
  • ingegneria
  • lettere/scienze dell’educazione
  • giurisprudenza
  • medicina
  • biblioteconomia
  • scienze biologiche / fisica
  • scienze sociali e assistenza sociale

Non hai molti dati, quindi per fare questo compito si può solo ragionare in base ai corsi di laurea con maggiori iscritti. Tipicamente giurisprudenza e lettere hanno più iscritti che le facoltà di informatica e/o ingegneria.

Ora riesegui il test ma avendo una descrizione del profilo psicologico di Tom W. scritto sulla base di test psicologici di dubbia validità.

Tom W. p molto intelligente, anche se manca di vera creatività. Sente il bisogno di ordine e chiarezza, di sistemi ordinati e precisi in cui ogni particolare sia al posto giusto. La sua prosa è abbastanza opaca e meccanica, ogni tanto ravvivata da camembour piuttosto banali e da lampi di immaginazione di tipo fantascientifico. E’ molto motivato a raggiungere la competenza. Mostra poca empatia e poca comprensione per gli altri e non ama interagire con loro. Egocentrico, ha tuttavia un profondo senso morale.

Ora che hai letto il suo profilo, riordina i nove corsi di laurea in base alla probabilità decrescente che Tom W. sia inscritto ad uno di questi.

Probabilmente avrai messo tra i primi posti (i più probabili) informatica e/o ingegneria, e negli ultimi posti lettere o scienze sociali. Diversi insiemi di persone a cui è stato fatto questo test hanno risposto così.

Ma è la risposta statisticamente più corretta?

Che cosa è successo nel nostro cervello per la risoluzione di questo problema?

Nel primo esercizio il nostro cervello, in particolare il sistema 2 (più avanti lo spiegheremo meglio), non avendo alcun dato ha dovuto fare dei ragionamenti per trovare una strada: magari basando la scelta sulle facoltà più frequentate. Il ragionamento si è basato su quelle che si chiamano probabilità a priori.

Nel secondo esercizio il nostro cervello, in questo caso il sistema 1, aveva a disposizione diversi dati presi dal profilo psicologico. Ha intrapreso un ragionamento basato sugli stereotipi (“sistemi ordinati e precisi” uguale ingegnere, “prosa meccanica” diverso da facoltà letterarie). In questo caso il ragionamento si è basato sulla rappresentatività.

Il profilo di Tom W. nell’immaginario collettivo è simile al profilo dello stereotipo dell’ingegnere o informatico.

Ma questa non è la risposta giusta. Da un punto statistico ed analitico, nel secondo esercizio non abbiamo elementi aggiuntivi tali da spostare la singola probabilità. Non tutti gli ingegneri ricadono in questo stereotipo, mentre la probabilità a priori non cambia (ci sono sempre più iscritti a lettere che ad ingegneria).

Il nostro cervello però non ha esitato un attimo. Nel risolvere il secondo esercizio non ha avuto dubbi ed anche adesso che sai la soluzione non ti convince. Perché?

L’autore, nel suo libro “pensieri lenti e veloci” introduce la coesistenza di due sistemi nel nostro cervello: il sistema 1 ed il sistema 2.

Il sistema 1 ha il compito di essere sempre all’erta per salvaguardarci e rispondere velocemente alla maggior parte degli stimoli che riceve. Il sistema 2 ha il compito di ricostruire, ricreare, immaginare possibili scenari partendo dai dati ed informazioni immagazzinate in memoria.

I due sistemi collaborano e non sono così distinti, quando opera uno, opera anche l’altro. Tipicamente è il sistema 1 che prende una decisione avvallando una delle tante opzioni proposte dal sistema 2. Diciamo che non scegliamo mai la risposta giusta ad un problema, ma scegliamo una di quelle che ci sembrano più plausibili.

Un altro modo di vedere lo stesso funzionamento è chiamata modello della sostituzione. Quando il cervello si trova a cercare una risposta ad un quesito troppo difficile, allora tende a rispondere ad un’altra domanda (sostituendo quella originale) al quale è molto più facile rispondere. Il meccanismo è talmente automatico che lo facciamo di continuo senza alcuna consapevolezza.

Anche in questo caso è successo. Alla domanda quale facoltà è più probabile che Tom W. sia iscritto, abbiamo risposto a quale stereotipo di studente di facoltà Tom W. assomiglia di più. Rileggila questa ultima frase. Dovevi rispondere alla prima domanda, ma essendo troppo difficile, il tuo cervello ha sostituito la domanda con un’altra più facile alla quale ha saputo rispondere.

Sei convinto o sei ancora confuso? Riporto un altro esempio sempre dello stesso libro. Questo avendo meno variabili è più semplice.

Nella metropolitana di New York c’è un giovane che sta leggendo il New York Times. Quale delle seguenti ipotesi è più probabile? Il giovane è laureato o non è laureato.

Siamo tentati a rispondere “è laureato”. Ricordi il concetto della rappresentatività del sistema 1?

Dovremmo però considerare anche la probabilità a priori. Nella metropolitana di New York è molto più facile incontrare persone non laureate che laureate. Ancora una volta il principio di rappresentatività (sistema 1) dci ha portato su una strada sbagliata.

Ricorda, tendenzialmente siamo portati a scegliere non la risposta giusta ma una risposta che tra tutte quante ci sembra plausibile.

Come si può superare questa tendeza a sbagliarsi. Gli studi hanno dimostrato che la stanchezza è un elemento chiave. Maggiormente siamo stanchi e maggiormente il sistema 2 fa fatica ad entrare in azione (il sistema 2 consuma molte più energie del sistema 1), finiamo così del fidarci solo del sistema 1.

Pubblicato il Mindset, Tecniche

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