Se vuoi distinguerti dalla massa passa da un lavoro superficiale ad un lavoro profondo!
Cosa è il deep work? Come di fa il deep work?
Se pensiamo ad un opera come un libro o una ricerca, è facile immaginare l’autore immerso in un unico lavoro profondo per diverso tempo e magari isolato. Diamo per scontato che per creare un risultato di qualità ci deve essere un lavoro importante nel tempo e di concentrazione profonda. Perché questo stesso approccio non vale per le tue attività? Non crei valore anche tu con il tuo lavoro? Non è importante la qualità nel tuo lavoro?
Il cervello dello scrittore non è diverso dal tuo. Per creare un lavoro di qualità il cervello ha bisogno di concentrazione e lavoro profondo.
Nel suo libro “Deep Work”, l’autore Cal Newport spiega bene la differenza tra lavoro superficiale e lavoro profondo. La società del lavoro, inconsapevolmente, sta premiando molto di più un lavoro superficiale che un lavoro profondo. Il lavoro è segmentato, sempre interrotto da email, notifiche. Si preferisce lavorare in openspace per facilitare il team working ma questo aumenta le interruzioni.
Questa “superficializzazione” del lavoro, sostiene l’autore, insieme al progresso tecnologico (ad esempio le tecnologie che permettono lo smartworking) tenderanno ad dare un valore inestimabile dei lavoratori capaci di lavorare in profondità (specialisti in settori specifici e capaci di sfruttare al massimo le proprie competenze).
Infatti solo con il deep work riusciamo a creare e dare valore aggiunto alle nostre competenze. Tramite il deep work le nostre conoscenze e competenze grazie alla creatività del nostro cervello riescono a “creare” qualcosa di nuovo e dare un valore aggiunto ed appagarci con la soddisfazione per quello che abbiamo fatto.
Se è così importante lavorare nella modalità deep work, perché la maggior parte lavora in modalità superficiale?
Perché lavoriamo in modalità superficiale?
Nel libro “Deep work” l’autore Cal Newport definisce tre principali cause:
- Il principio della minor resistenza
- L’operosità al posto della produttività
- il culto di internet
Il principio della minor resistenza
Pianificare e definire le attività importanti da fare è un lavoro che richiede energia per essere svolto ed il nostro cervello (pigro) preferisce leggere un’email dopo l’altra. Costa molto meno fatica. Il tempo passa, la giornata lavorativa finisce e si chiude. A fine giornata saremo stanchi e frustati dalla sensazione di non aver fatto nulla.
Operosità
Figli della rivoluzione industriali, ancora non abbiamo stabilito facilmente dei kpi per misurare il lavoro produttivo. Difficile, purtroppo, dimostrare l’importanza di un lavoro profondo che dura giorni e mandare un feedback al capo dopo diversi giorni. L’attuale società ti impone di dare feedback continui, microtask per far vedere che stai producendo tanto. Si preferisce la quantità alla qualità.
Il culto di Internet
Se non usi le tecnologie e non stai al passo con loro, rischi di sembrare un alieno. Quindi devono essere padroneggiate. Purtroppo, queste generano spesso interruzioni e distrazioni.
Come arrivare al lavoro profondo deep work?
Secondo l’autore Cal Newport ci sono 4 principali modi per ottenere il deep work
- Approccio monastico: è il più estremo. Ti trasferisci in un eremo lontano dalle distrazioni
- Approccio bimodale: si alterna l’approccio monastico ad una vita normale. Un paio di mesi in isolamento e gli altri di vita normale
- Approccio ritmico: si dedica delle ore al giorno (o giorni alla settimana) per il lavoro deep work
- Approccio giornalistico: senza pianificare (come nell’approccio ritmico) ma all’occorrenza ti dedichi alla pratica del deep work
Quello che si concilia maggiormente nella vita professionale di molti è senza dubbio l’approccio ritmico.